23 ottobre 2007




Mi trovo d’accordo con Maniero per quanto riguarda il fatto che buona parte di coloro che parlano del Web 2.0 non hanno la più vaga idea di che cosa si tratti.

Non mi trovo invece d’accordo nel ritenere che i cambiamenti strutturali e di relazione tra utenti e web, la multimedialità della rete, come epifenomeni della banda larga, o il ritenere che tutta la questione del user generated content si limiti alla possibilità di commentare gli interventi.

Viene ignorata tutta la questione della condivisione, della fruizione, della comprensione.

Un buon segnale che qualcosa é cambiato é anche dare un occhio alla frammentazione generazionale on-line. Vedere la difficoltà che coloro che hanno iniziato la loro esperienza con news-group e poi forum trovano nell’utilizzare il web2.0.

Ritengo che gli utenti probabilmente non sono più tali, quindi da un certo canto avrebbe ragione Maniero, chiamare utente un blogger, ad esempio, é qualcosa che non rende giustizia alla dialettica che si viene ad instaurare tra lui/lei e il web, viceversa e gli “utenti/fruitori/commentatori/condivisori”.

Ma come in ogni relazione le trasformazioni non avvengono in modo deterministico. Il cambiamento degli “utenti/(generatori? punti di interazione?)” nella relazione con il web (2.0? poco importa l’etichetta, o che essa sia stata registrata da qualcuno) é cambiata. Sono cambiati gli utenti ed é cambiato il web, ed il modo di rapportarsi al web.

Forse un buon punto di partenza per comprendere questo cambiamento sono i news group (dai quali derivano proprio i forum da Maniero citati come forma base spalmata sul resto della rete).

2 commenti:

Stefano Besana ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Alastor2602 ha detto...

Provo a rispondere ad Oralion

Il fatto che il 90% della gente che parla di web 2.0 non sappia di cosa si tratti è fuori discussione.
E` già molto trovare qualcuno che sappia che cosa sia il Web 2.0, figuriamoci parlarne con cognizione di causa.

E` vero, forse Maniero ha sbagliato a prendere in esame solo i blog come strumento del Web 2.0, ma se ci pensi un attimo è altrettanto vero che un blog non fornisce un’interazione maggiori utente/server rispetto a quella che non concedeva già un forum.
Stesso discorso per usenet (rete newsgroup) anche li` c’è interazione ma non per questo vengono cooderati Web 2.0 (anche perchè con il Web hanno poco da spartire).

A questo punto si dovrebbe applicare meglio la definizione di Web 2.0: per i blog, secondo me è stretta, mentre per servizi come Second Life invece è più che adatta per distinguere quel tipo di Web da quello tradizionale e statico (HTML, CSS, etc)
Viene ignorata tutta la questione della condivisione, della fruizione, della comprensione.

Comunque sono completamente d’accordo con te nel ritenere che più che utenti 2.0 si debba parlare di un insieme di fattori. Analizzare la cosa solo dal punto di vista delle utenze, così come solo dal punto di vista dei fruitori o fornitori dei servizi non è forse la stessa cosa?
Nell’analisi del fenomeno “Web 2.0″ entrano in gioco moltissime variabili, ognuna con un peso specifico non indifferente che va ben tenuto presente.

Cosa intendi con “Forse un buon punto di partenza per comprendere questo cambiamento sono i news group”?
In che modo secondo te i NG possono aiutarci nell’analisi?

Ciao : )