23 ottobre 2007




Mi trovo d’accordo con Maniero per quanto riguarda il fatto che buona parte di coloro che parlano del Web 2.0 non hanno la più vaga idea di che cosa si tratti.

Non mi trovo invece d’accordo nel ritenere che i cambiamenti strutturali e di relazione tra utenti e web, la multimedialità della rete, come epifenomeni della banda larga, o il ritenere che tutta la questione del user generated content si limiti alla possibilità di commentare gli interventi.

Viene ignorata tutta la questione della condivisione, della fruizione, della comprensione.

Un buon segnale che qualcosa é cambiato é anche dare un occhio alla frammentazione generazionale on-line. Vedere la difficoltà che coloro che hanno iniziato la loro esperienza con news-group e poi forum trovano nell’utilizzare il web2.0.

Ritengo che gli utenti probabilmente non sono più tali, quindi da un certo canto avrebbe ragione Maniero, chiamare utente un blogger, ad esempio, é qualcosa che non rende giustizia alla dialettica che si viene ad instaurare tra lui/lei e il web, viceversa e gli “utenti/fruitori/commentatori/condivisori”.

Ma come in ogni relazione le trasformazioni non avvengono in modo deterministico. Il cambiamento degli “utenti/(generatori? punti di interazione?)” nella relazione con il web (2.0? poco importa l’etichetta, o che essa sia stata registrata da qualcuno) é cambiata. Sono cambiati gli utenti ed é cambiato il web, ed il modo di rapportarsi al web.

Forse un buon punto di partenza per comprendere questo cambiamento sono i news group (dai quali derivano proprio i forum da Maniero citati come forma base spalmata sul resto della rete).